INVERTER
informazioni
generali ed esempi di impiego
Esistono due tipi di tensioni e correnti:
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Tensioni e correnti continue
Sono caratterizzate da un valore perfettamente
costante nel tempo;
sono quelle fornite da pile e batterie, funzionano con
queste tensioni le lampadine, i motori in corrente
continua e tutte le apparecchiature elettroniche, dalla
radiolina al più sofisticato dei computer.
-
Tensioni e correnti alternate
Sono caratterizzate da un valore che varia
costantemente da un massimo positivo ad un minimo
negativo, seguendo un andamento "sinusoidale"
che si ripete per 50 volte in un secondo (ciò
corrisponde appunto a una frequenza di 50 Hertz): è
questa la tensione che si preleva da una normale presa a
220 Volt. Le apparecchiature elettroniche che
normalmente colleghiamo alle prese 220 Vac in realtà
convertono questa tensione alternata in una continua
adatta al loro scopo tramite circuiti trasformatori e
"raddrizzatori" interni, mentre lampadine,
motori, elettrodomestici, saldatori, stufe, ecc.
utilizzano direttamente la corrente/tensione alternata
generalmente senza elaborazioni.
Mentre è relativamente semplice convertire
da alternata a continua, altrettando non si può dire per
l'opposto, il cui compito è affidato appunto agli inverter.
Ne esistono di tre tipi:
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Inverter a onda quadra
Sono i più semplici e economici ma la forma d'onda
alternata in uscita è quadra;
questi apparati possono andare bene al massimo per
alimentare lampadine e resistenze ma non gli altri
utilizzatori che sono stati progettati per funzionare
con correnti sinusoidali. Le apparecchiature
elettroniche non dovrebbero essere alimentate con questo tipo di
inverter perchè il rischio di malfunzionamento e
danneggiamento delle stesse sarebbe elevato.
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Inverter a onda sinusoidale
modificata
Hanno circuitazione più complessa, ma sono adatti alla maggior parte dei dispositivi elettrici ed
elettronici, la forma d'onda in uscita è quasi
sinusoidale. Adatti per apparati audio/video, pc,
telefonia, apparecchiature elettriche in generale.
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Inverter a onda sinusoidale pura
Forniscono in uscita un'onda perfettamente
sinusoidale, quindi di forma identica a quella presente
alle normali prese di corrente. Adatti per dispositivi
elettromedicali, strumenti di misura, lampadine, amplificatori in radiofrequenza... Non idonei
per alimentare apparati costituenti carico induttivo o che
assorbono elevate correnti di spunto, ad esempio
trapani, smerigliatrici, refrigeratori, alimentatori o
dispositivi switching.
Per quanto riguarda la scelta dell'inverter
nel caso di carichi non resistivi (diversi cioè da
lampadine, resistenze, ferri da stiro, stufe e simili) è
bene scegliere per sicurezza un modello di potenza
convenientemente superiore a quella nominale del carico. Ad
esempio un televisore con tubo catodico che assorbe una potenza nominale di 80 W
durante il normale funzionamento, ne richiederà una
sensibilmente maggiore all'accensione, a causa
della sua circuitazione interna (bobine di smagnetizzazione,
trasformatori vari, ecc.), pertanto un inverter da 150 W
potrebbe non riuscire ad attivarlo e converrà optare per un
modello di potenza superiore. Gli inverter sono apparecchiature silenziose
poichè non utilizzano motori per la conversione dell'energia. Solo nei
modelli più potenti è prevista una ventola di
raffreddamento che si attiva al bisogno.
La procedura operativa corretta, che si raccomanda sempre
di rispettare, è la seguente: 1.
Collegare l'inverter (spento!) alla batteria prestando
attenzione a rispettare la polarità.
2. Collegare il carico (spento!) alla presa 220 V
dell'inverter.
3. Attivare l'inverter.
4. Attivare il carico.
COME
SCEGLIERE LA BATTERIA PIU' ADATTA Il tipo di
batteria più conveniente è l'accumulatore al piombo, dello
stesso tipo di quelli utilizzati per le automobili. Essendo
la tensione fissa a 12 V, occorre solo determinare quale
capacità in Ah (Ampere/ora) dovrà avere la batteria in
base alla potenza richiesta dal carico. Per i nostri
inverter è possibile usare
questa semplice formula:
Capacità
= 0.093 x P x h
dove:
P è la potenza in Watt richiesta dal carico
h è il numero di ore di autonomia che la batteria dovrà
fornire
Esempio:
Si desidera alimentare tramite un inverter un apparato che, alimentato a 230 Vac, assorbe una
potenza di 60 W e si vuole che possa funzionare per almeno 6
ore.
Quale dovrà essere la capacità della batteria 12 V ?
Capacità=0.093 x 60 x 6=33.48 Ah
Si dovrà perciò scegliere una batteria che abbia una
capacità pari o superiore a 33.48 Ah, ad esempio una per
auto da 45 Ah, che dovrebbe garantire un'autonomia di circa
8 ore. Trascorso tale tempo, l'accumulatore inizierà a
scaricarsi e dovrà essere necessario provvedere a una
ricarica. Se occorre garantire lunghi tempi di autonomia si
possono impiegare accumulatori di capacità maggiore oppure
effettuare il collegamento in parallelo. Ad esempio una
batteria 12 V da 90 Ah equivale a due batterie 12 V da 45 Ah
connesse in parallelo.
L'esempio precedente si riferisce a condizioni di batteria
efficiente, modelli di accumulatori in condizioni non
ottimali o datati possono non fornire prestazioni ottimali.
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